Dipendente che va in bagno e lascia la catena di montaggio deve timbrare il cartellino
Buongiorno, sono un quadro di un'azienda industriale e sono a capo di un reparto di 20 dipendenti che lavorano alla catena di montaggio; premesso che sono contento del loro operato e dei risultati che abbiamo ottenuto insieme negli anni, nell'ultimo periodo alcuni membri si stanno lamentando molto di un loro collega del team che va in bagno molto spesso e a detta loro è lento nel lavoro.... Il dipendente in questione dalla mia prospettiva ha sempre lavorato nel complesso e da molti anni fa parte del team, ma questa sua presunta condotta sta portando molte lamentele e il team si aspetta che io intervenga in qualche modo....che io sappia il dipendente in questione non ha alcuna patologia che fisiologicamente lo obbliga ad andare in bagno ripetutamente per delle mezzore. Io ho verificato che l'oggetto delle lamentele corrispondesse al vero, e lavorativamente parlando il dipendente è performante nella norma quindi nessun problema, ma ho effettivamente notato varie assenze prolungate del dipendente, ho provato a sottoporre la questione allo stesso dipendente in modo molto pacato per capire se avesse dei problemi personali ma lui ritiene che siano i colleghi che non lo vogliono più in reparto.....a nulla sono valsi i miei tentativi di fargli capire che i colleghi gli vogliono bene come sempre è stato in questi anni e che queste loro lamentele derivano solo dalle ansie generate dalla paura di non riuscire a svolgere le mansioni rimanendo da soli per mezzore a causa delle sue assenze. L'azienda non fornisce alcuno strumento ne formazione nella gestione di simili situazioni, che peraltro non ho mai avuto il bisogno di affrontare perché ho sempre avuto cura nel lasciare che i dipendenti si sentissero a loro agio, stando attento alle loro esigenze personali e lasciandoli molto liberi, sia per la soddisfazione che per i vantaggi che porta riuscire a costruire un ambiente lavorativo armonioso e piacevole, privo di comportamenti tossici e negatività, dove i dipendenti non vedono il recarsi a lavoro come un peso.
E loro hanno sempre ricambiato questa fiducia con impegno e attaccamento positivo alla quotidianità del loro lavoro. Io non voglio dover rovinare il rapporto sia umano che lavorativo col dipendente in questione con quelle classiche scenate e urla passivo aggressive, ovvero l'unica soluzione che i miei superiori sono stati in grado di suggerirmi. Allora volevo sapere: se io col mio orologio cronometro il tempo che i singoli componenti del team stanno in bagno e poi lo comunico al team intero in riunione oppure al singolo dipendente in questione per affrontare l'argomento è legale?
Assolutamente no.
Secondo il Garante Privacy, provvedimento 24/02/2010, è illegittimo, da parte del datore di lavoro, pretendere che il lavoratore dipendente chieda apposita autorizzazione scritta per recarsi in bagno … figuriamoci cronometrare il tempo trascorso in bagno dal dipendente.
Devo avvisarli prima di farlo?
Il preventivo avviso non renderebbe legale una prassi lesiva della privacy dei dipendenti.
Posso tenerlo a mente e comunicarlo verbalmente il conto?
Sì, questa prassi non sarebbe censurata dal Garante della Privacy … ma non risolverebbe il problema!
Scriverlo su carta o sullo smartphone per non dimenticare il conto sarebbe una raccolta dati illegale?
Esatto; sulla base di quale norma di legge, esegui questo trattamento illecito di dati personali?
Io non voglio impedire loro di andare in bagno, ma solo mostrare in modo trasparente al dipendente in questione il perché i colleghi si lamentano di lui, facendogli guadagnare una reale prospettiva su quanto tempo in totale passa in bagno confronto ai colleghi nella speranza che capisca. Grazie.
La soluzione è molto semplice: adottare una circolare generica, indirizzata a tutti i dipendenti (in modo da non stigmatizzare nessun dipendente in particolare) con la quale si obbligano i dipendenti a timbrare il cartellino per qualsiasi “generico” allontanamento dalla “catena di montaggio” superiore ai 5 minuti.
Nella circolare preciserai che il lavoratore avrà, comunque, la possibilità di recarsi al bagno al di fuori delle pause previste dalla legge e/o dalla contrattazione collettiva, in quanto il diniego potrebbe arrecare un irrimediabile pregiudizio alla sua integrità psicofisica, tuttavia in caso di espletamento dei propri bisogni fisiologici superiore a 5 minuti, anziché 10 minuti, il dipendente sarà obbligato a timbrare il cartellino.
Se il dipendente dovesse eccepire … “non ho la più pallida idea della durata dell'espletamento del mio bisogno” … risponderai che “nel dubbio, si è tenuti a timbrare il cartellino”.
Così facendo, potrai eccepire in modo obiettivo al singolo dipendente, le sue numerose timbrature in uscita, senza entrare in particolari lesivi della sua privacy, anzi senza nemmeno citare l'imbarazzante termine “bagno”.
Se la redazione di una circolare interna non rientra nei tuoi poteri di quadro, ti consiglio di proporla tramite un'email ad un dirigente dell'azienda.
Mi sembra la soluzione più idonea ad affrontare un problema delicato, senza suscitare imbarazzi o permalosità o peggio ancora, violando la privacy dei dipendenti; considera inoltre che si tratta di dati sanitari, tutelati in modo rafforzato dall'articolo 9 del GDPR Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (Gdpr), ufficialmente regolamento UE n. 2016/679.
A disposizione per chiarimenti.
Cordiali saluti.