Termine congruo per provvedere alla riparazione dell'auto usata e risoluzione contratto di permuta
Buonasera, scrivo da Messina. Sono già in contatto con un avvocato ma vorrei ottenere anche un vostro parere.
Possiedo un'automobile usata xxxxxxx diesel 2.0 da 180 CV, immatricolata nel 2018 e acquistata usata a febbraio 2024 da un rivenditore multimarca di Palermo, rinomato per il suo ampio parco auto. L'auto proviene da Monza e, al momento dell'acquisto, segnava circa 78.000 km, trattandosi di un veicolo aziendale, un dato questo che ho ritenuto ragionevole.
Invogliata anche dalla garanzia convenzionale Alfa che copre gran parte di ciò che, a mio avviso, potrebbe rompersi su un'auto, lascio in permuta una vettura del valore di € 8.000 e pago la differenza di 20.000€. Auto impeccabile, allestimento S, senza un graffio, interni in pelle come nuovi, cerchi da 19' a 9 razze, insomma, bellissima.
Avevo pianificato il primo tagliando a 9.000 km, ma purtroppo non ho fatto in tempo: la turbina si è rotta prima.
Dal documento di delivery del venditore risulta, tra le altre cose, che l'olio è stato sostituito (non semplicemente rabboccato), utilizzando Motul anziché Castrol, sebbene la casa madre consigli quest'ultimo.
Dopo pochi giorni dall'acquisto si accende la spia motore, mi reco quindi in officina, me la spengono e mi dicono di stare tranquilla, l'auto è stata ferma a lungo e non si evince alcun errore. Ok. Incrocio le dita.
Tuttavia, il 30 maggio scorso, mentre ero in autostrada, la turbina si è guastata.
Sono stata assistita da un carroattrezzi che mi ha portata in un'officina convenzionata qui a Messina, la "xxxxxxxxxxxx" (la stessa che mesi addietro si era occupata di resettare la spia motore senza saper dare una spiegazione) nonostante avessi richiesto insistentemente di far gestire il sinistro direttamente dalla casa madre, considerando che nella mia città c'è un'officina ufficiale.
Inizialmente, l'officina ha diagnosticato un problema al filtro antiparticolato, ma su mia insistenza hanno finalmente scoperto la vera causa: la rottura della turbina (un inizio poco promettente se si considera il fatto che sia stata io a suggerire a 2 meccanici quale fosse il guasto in base ai "sintomi" che ho rilevato).
Dopo circa 45 giorni, la turbina è stata sostituita insieme a vari sensori, tubi, raccordi e olio.
Ho ritirato l'auto, ma nelle successive tre settimane è tornata in officina altre tre volte, percorrendo al massimo 22 km tra un intervento e l'altro, con la spia del motore sempre accesa.
Dopo aver inviato una PEC, redatta con l'assistenza del mio avvocato, sono riuscita a ottenere il trasferimento della pratica alla casa madre.
L'auto è stata trattenuta per una settimana per la sostituzione dell'ennesimo sensore, e per cinque giorni ho potuto godermi il sogno di aver finalmente risolto i problemi. Tuttavia, la spia motore si è riaccesa. Ho riportato l'auto all'officina ufficiale della casa madre, dove hanno pulito l'iniettore adBlue, evidentemente sporco. Ma dopo solo tre giorni, la spia motore si è riaccesa nuovamente.
L'officina ufficiale della casa madre ha quindi diagnosticato la necessità di sostituire il filtro antiparticolato.
Ho contattato la garanzia convenzionale, dato che non intendo pagare i 1.900 € di tasca mia, considerando i disagi subiti e la copertura di 12 mesi offerta dalle garanzie xxxxxxx e del rivenditore (quest'ultima so che per legge dovrebbe essere di 24 mesi).
RISPOSTA
Esatto, alla garanzia convenzionale si aggiunge la garanzia legale prevista dal codice del consumo, con una durata biennale.
Il rivenditore si è quindi offerto di far pulire l'intero filtro antiparticolato, probabilmente contaminato dall'olio fuoriuscito in seguito alla rottura della turbina così come tutta la serie di sensori già sostituiti). L'auto è rimasta ferma per un'altra settimana, a 170 km da dove vivo.
Finalmente, venerdì scorso, sono andata a riprenderla e ho scoperto che il veicolo è dotato di "due filtri antiparticolato, uno anteriore e uno posteriore" (non essendo esperta, presumo che uno sia il filtro e l'altro il catalizzatore).
Ho percorso i 170 km per tornare a Messina senza problemi.
Sabato, con la speranza di trascorrere una giornata al mare, ho deciso di spostarmi di 20 km verso la mia spiaggia preferita. Ma purtroppo è successa una nuova disavventura.
Mentre ero ferma al casello autostradale, ho avvertito un odore sgradevole nell'abitacolo e ho notato un leggero fumo bianco uscire dal cofano. Ho fermato l'auto, ho aperto il cofano e ho visto che il fumo si concentrava attorno al tappo dell'olio. Dopo qualche ora in cui l'auto è rimasta ferma e in una zona pianeggiante, ho controllato il livello dell'olio, che risultava a posto, anche se stavolta era stato utilizzato olio Magneti Marelli e non Castrol (un'altra battaglia persa con il meccanico che ha sostituito la turbina). Rassegnata, sono tornata a casa e ho posteggiato l'auto.
Il giorno seguente, la stessa situazione si è ripetuta, con le stesse condizioni di guida: l'andata in autostrada sui 130-140Km/h, il ritorno dalla strada nazionale tra i 60 e gli 80 km/h, con la temperatura e i giri del motore perfettamente nella norma.
Tornando ho tenuto spento il climatizzatore e viaggiato con i finestrini abbassati e non ho avvertito nessun odore sgradevole ma a circa 3 km da casa mi si è riaccesa la spia motore.
Ho quindi posteggiato e ispezionato il cofano e notato cose insolite, ovvero la cover del motore non è allineata. Rimane ferma per via del tappo dell'olio che ne determina il posizionamento ma posteriormente, non copre la struttura sottostante sebbene sembrerebbe fatta apposta. Seconda stranezza, la coibentazione di fondo non è adesa alla macchina ma è morbida.
Naturalmente ho riferito tutto al rivenditore che a sua volta e di domenica ha contattato la persona che ha eseguito la pulizia dell'antiparticolato, il quale ha detto, cito testualmente "è ovvio che se apre il tappo esce fumo"... evidentemente non è chiaro che il fumo lo vedo mentre cammino, quando decelero come avvenuto in prossimità del casello, col cofano chiuso.
Specifico che percorro quasi esclusivamente tratte autostradali, poiché il mio luogo di lavoro dista 40 km da casa. In questo caso, sia sabato che domenica, ho scelto di rientrare tramite strade nazionali per evitare possibili complicazioni in autostrada.
Purtroppo, le riparazioni non potranno iniziare prima della fine di agosto, lasciandomi ancora una volta a piedi e ad oggi non ho ben chiaro cosa succederà.
Stamattina, sotto suggerimento del mio avvocato ho inviato una pec sia alla garanzia convenzionale che al concessionario - venditore di Palermo, spiegando l'ennesimo accaduto e chiedendo di prendere in considerazione l'idea di sostituire la mia auto con una di pari valore. Fin qua non ho incaricato ufficialmente l'avvocato di scrivere lui un documento ufficiale e lui stesso mi ha suggerito di inviare pec con un tono che faccia intendere in qualche modo che sono assistita nel comunicare.
RISPOSTA
Puoi avvalerti di tre tipologie di tutela, a tua scelta.
La prima tipologia di tutela è la garanzia convenzionale, ossia la garanzia Mapfre, sottoscritta al momento della permuta; vorrei esaminare il testo di questa garanzia, pertanto ti chiedo di inviarmi in allegato ad una email, sia il contratto di permuta che l'allegata garanzia Mapfre. La seconda tipologia di tutela è quella prevista direttamente dal codice del consumo - Decreto Legislativo 6 settembre 2005, n. 206 articoli 130 e seguenti, avente la durata di due anni dalla consegna dell'auto usata. La denunzia (a mezzo pec, nella tua fattispecie, ma anche tramite raccomandata a/r) deve essere inviata al venditore entro due mesi dalla scoperta del difetto, esattamente come hai fatto tramite avvocato.
La terza tipologia di tutela è quella prevista dal codice civile, in particolare dall'articolo 1497 del codice civile; hai diritto di chiedere la risoluzione del contratto di vendita, ai sensi dell'articolo 1497 del codice civile: “Quando la cosa venduta non ha le qualità promesse ovvero quelle essenziali per l'uso a cui è destinata, il compratore ha diritto di ottenere la risoluzione del contratto secondo le disposizioni generali sulla risoluzione per l'inadempimento, purché il difetto di qualità ecceda i limiti di tolleranza stabiliti dagli usi”.
L'auto non possiede le qualità promesse, essenziali per l'uso al quale è destinata, e questa difformità eccede quei limiti di tolleranza fisiologici, per ciascuna vendita di auto usata.
Ai sensi dell'articolo 1495 III comma del codice civile, l'atto di citazione al tribunale civile deve essere proposto, in ogni caso, entro un anno dalla consegna del veicolo usato; non lasciare trascorrere questo termine a pena di decadenza.
Anche il codice del consumo prevede la risoluzione del contratto quale extrema ratio in caso di mancata riparazione del veicolo oppure nell'ipotesi di mancata sostituzione del pezzo difettato.
Leggiamo l'articolo 130 comma 7 del codice del consumo:
“7. Il consumatore può richiedere, a sua scelta, una congrua riduzione del prezzo o la risoluzione del contratto ove ricorra una delle seguenti situazioni:
a) la riparazione e la sostituzione sono impossibili o eccessivamente onerose;
b) il venditore non ha provveduto alla riparazione o alla sostituzione del bene entro il termine congruo di cui al comma 5;
c) la sostituzione o la riparazione precedentemente effettuata ha arrecato notevoli inconvenienti al consumatore”.
Qual è il termine congruo di cui al comma 5, per provvedere alla riparazione dell'auto usata, sostituzione del pezzo?
Leggiamo il comma 5:
“5. Le riparazioni o le sostituzioni devono essere effettuate entro un congruo termine dalla richiesta e non devono arrecare notevoli inconvenienti al consumatore, tenendo conto della natura del bene e dello scopo per il quale il consumatore ha acquistato il bene”.
Procedi con atto di citazione al tribunale civile, chiedendo la risoluzione del contratto di permuta ed il rimborso di quanto versato per l'auto che ti è stata consegnata.
Immagino che la tua vecchia auto sia stata già venduta ad un terzo soggetto in buona fede, pertanto questo escluderebbe la restituzione del veicolo che era in precedenza intestato a te. … ma non esclude la restituzione di quanto versato per il veicolo, nonché un congruo risarcimento danni, per l'assicurazione pagata invano, per i disagi quotidiani e per le spese sostenute per noleggiare le auto sostitutive.
Sinceramente, esaurita la parte tecnica della questione, mi sento davvero avvilita.
Ho acquistato l'auto il 10 febbraio e non posso farne uso dal 30 maggio.
La settimana scorsa ho rinnovato l'assicurazione dopo aver perso quasi 3 mesi di quella in scadenza (e che avrei potuto sospendere se avessi saputo che i tempi sarebbero stati questi). Ho rinunciato al mio tempo libero che per me vale più di ogni altra cosa dal momento che il mio lavoro mi impegna totalmente stressandomi oltremodo.
La prossima settimana riuscirò a ritagliarmi qualche giorno di ferie che dovrò spendere nel tentativo quantomeno di capire in che direzione muovermi. Senza contare che mi ritrovo a piedi o a dover utilizzare auto non mie o a doverle noleggiare e questo è per me un enorme peso e responsabilità.
Pertanto, chiedo cosa sia meglio fare dal vostro punto di vista e quali siano le reali possibilità: posso davvero riuscire a ottenere indietro i 28.000€ che ho complessivamente speso tra auto data in permuta (e che ha già venduto) e differenza di prezzo pagata in contanti?
RISPOSTA
Sì, procedi con atto di citazione al tribunale civile per ottenere la risoluzione del contratto ai sensi dell'articolo 130 comma 7 del codice del consumo (Decreto Legislativo 6 settembre 2005, n. 206). Confermo la strategia suggerita dal tuo avvocato.
Ritengo che la situazione di questa auto usata sia irrecuperabile.
Fonti:
- Art. 1495, 1497 del codice civile