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Il secondo lavoro e gli incarichi extra-istituzionali dei pubblici dipendenti

 

Quale normativa si applica agli incarichi extra - istituzionali dei pubblici dipendenti?
E' ammesso il secondo lavoro da parte di un pubblico dipendente?
Come distinguere tra gli incarichi consentiti, vietati e quelli che necessitano di preventiva autorizzazione da parte del datore di lavoro ossia la Pubblica Amministrazione?

Indice:

1. La normativa di riferimento

Il referente normativo principale è l'articolo 53 del decreto legislativo n. 165/2001 (testo unico pubblico impiego) nonché il Testo unico n. 3/1957 e la legge n. 662/1996.
Abbiamo anche una normativa speciale, ad esempio quella per gli insegnanti della scuola pubblica. Mi riferisco ad esempio all'articolo 508 del decreto legislativo n. 297/94: al personale docente non è consentito impartire lezioni private ad alunni del proprio istituto. Il personale docente, ove assuma lezioni private, è tenuto ad informare il dirigente scolastico, al quale deve altresì comunicare il nome degli alunni e la loro provenienza.

Per approfondire:

2. Gli incarichi vietati

Sono da considerare vietati ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche a tempo pieno e con prestazione lavorativa superiore al 50% gli incarichi che presentano le seguenti caratteristiche:

  • conflitto di interessi;
  • abitualità e professionalità.

Riguardo gli incarichi che presentano i caratteri della abitualità e professionalità ai sensi dell’art. 60 del d.P.R. n. 3/57, il dipendente pubblico non potrà “esercitare attività commerciali, industriali, né alcuna professione o assumere impieghi alle dipendenze di privati o accettare cariche in società costituite a fine di lucro”. L’incarico presenta i caratteri della professionalità laddove si svolga con i caratteri della abitualità, sistematicità/non occasionalità e continuità, senza necessariamente comportare che tale attività sia svolta in modo permanente ed esclusivo.
E' vietata l'attività commerciale.

Per approfondire:

3. Gli incarichi consentiti

Sono quelli indicati dall'articolo 53 comma 6 del testo unico pubblico impiego.
Sono esclusi i compensi e le prestazioni derivanti:

  • dalla collaborazione a giornali, riviste, enciclopedie e simili;
  • dalla utilizzazione economica da parte dell’autore o inventore di opere dell'ingegno e di invenzioni industriali; dalla partecipazione a convegni e seminari;
  • dalla partecipazione a convegni e seminari;
  • da incarichi per i quali è corrisposto solo il rimborso delle spese documentate;
  • da incarichi per lo svolgimento dei quali il dipendente è posto in posizione di aspettativa, di comando o di fuori ruolo;
  • da incarichi conferiti dalle organizzazioni sindacali a dipendenti presso le stesse distaccati o in aspettativa non retribuita;
  • da attività di formazione diretta ai dipendenti della pubblica amministrazione nonché di docenza e di ricerca scientifica.

4. Gli incarichi preventivamente autorizzabili

Tutti gli altri incarichi possono essere effettuati previa autorizzazione da parte del datore di lavoro, ossia il proprio dirigente, a condizione che:

  • non sussiste conflitto d'interessi, anche quello astrattamente configurato dall’art. 7 del d.P.R. n. 62/2013;
  • non creano nocumento all’immagine dell’amministrazione, anche in relazione al rischio di utilizzo o diffusione illeciti di informazioni di cui il dipendente è a conoscenza per ragioni di ufficio;
  • sussiste l’incompatibilità prevista dal d.lgs. n. 39/2013 o da altre disposizioni di legge vigenti;
  • non presentano una situazione di conflitto di interesse;
  • non interferiscono con l’attività ordinaria svolta dal dipendente pubblico in relazione al tempo, alla durata, all’impegno richiestogli;
  • sono svolti fuori dall'orario di servizio.

5. Quale sanzione in caso di svolgimento del secondo lavoro senza preventiva autorizzazione?

Oltre alle sanzioni disciplinare, la pubblica amministrazione recupererà quanto incassato dal dipendente dall'incarico non autorizzato e potrebbe aprirsi un processo per danno erariale dinanzi alla Corte dei Conti.

Il danno erariale sarà parametrato alle energie lavorative ed al tempo di lavoro sottratto alla Pubblica Amministrazione. La quantificazione del danno erariale sarà rimessa alla valutazione discrezionale del giudice contabile.
Riguardo la responsabilità disciplinare, l'ufficio procedimento disciplinari presso ciascuna Amministrazione Pubblica, comminerà sanzioni che vanno dalla sospensione dal servizio per un arco temporale determinato, al licenziamento per giusta causa.

Per approfondire:

6. Il dipendente pubblico può organizzare corsi di formazione per la preparazione ai concorsi?

L'attività è consentita, previa autorizzazione da parte del datore di lavoro, non essendo ricompresa tra le attività indicate dall'articolo 53 comma 6 del testo unico pubblico impiego.

L'attività deve svolgerti fuori dall'orario di lavoro, senza generare conflitto d'interessi e senza compromettere l'efficienza della prestazione lavorativa presso la Pubblica Amministrazione.

Per approfondire:

7. Il dipendente pubblico può sfruttare economicamente le sue opere dell'ingegno?

Sì, senza necessità di autorizzazione da parte del datore di lavoro.

Cosa dobbiamo intendere per opera dell'ingegno?

Le opere coperte dal diritto d'autore così come regolate dalla Legge 633 del 22 Aprile 1941: opere letterarie, quadri, sculture, opere teatrali, video, componimenti musicali etc etc.
L’art. 2755 del Codice Civile nonché l’art. 1 della Legge n. 633 del 1941 ci danno una definizione precisa delle opere oggetto di tutela di diritto d’autore:
Sono protette ai sensi di questa legge le opere dell’ingegno di carattere creativo che appartengono alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all’architettura, al teatro e alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione. Sono altresì protetti i programmi per elaboratore come opere letterarie ai sensi della Convenzione di Berna sulla protezione delle opere letterarie ed artistiche ratificata e resa esecutiva con legge 20 giugno 1978, n. 399, nonché le banche di dati che per la scelta o la disposizione del materiale costituiscono una creazione intellettuale dell’autore.

Per approfondire:

8. Tra le attività vietate c'è l'attività commerciale anche on line?

Esatto, trattasi di attività vietata e non autorizzabile, ai sensi dell'articolo 53 comma 1 del testo unico pubblico impiego che rinvia alla disciplina delle incompatibilità dettata dagli articoli 60 e seguenti del testo unico approvato con d.P.R. 10 gennaio 1957, n. 3.

L'attività commerciale, per sua intrinseca natura, male si concilia con il pubblico impiego, sin da primo testo unico del 1957.

Per approfondire:

9. Le novità dell'attività sportiva del pubblico dipendente ai sensi del d.lgs. 36/2021.

Abbiamo avuto un'importante apertura del legislatore, in caso di attività sportiva del pubblico dipendente. La riforma del 2021 è particolarmente favorevole ai pubblici dipendenti che fanno attività sportiva, non necessariamente da volontari.
Le novità normative riguardano sia lo sportivo volontario che lo sportivo lavoratore, prevedendo per l’attività di volontariato, la sola comunicazione preventiva al datore di lavoro, mentre l'autorizzazione per lo sportivo lavoratore.

Per approfondire:

10. Ad ogni modo il dipendente pubblico può sempre chiedere l'aspettativa per lavorare all'estero, ai sensi dell'articolo 23 bis del testo unico pubblico impiego.

Si tratta di un'opzione percorribile secondo il testo unico pubblico impiego che prevede una specifica aspettativa pari alla durata del lavoro da svolgere all'estero, all'articolo 22 bis del decreto legislativo n. 165/2001.
Il comma 1 dell'articolo 53 del decreto legislativo n. 165/2001 espressamente fa salva questa opzione per il dipendente pubblico che ad esempio, risulti vincitore di un concorso bandito dall'Unione Europea oppure vuole fare un esperienza all'estero anche alle dipendenze di un'azienda privata oppure di una multinazionale.

Per approfondire:

11 Il dipendente pubblico e l'attività agricola.

Una particolare disciplina per l'attività agricola, in special modo sotto forma societaria.
Il reddito derivante dalla coltivazione del fondo non potrebbe mai essere superiore al 20% - 30% del reddito annuo percepito dalla Pubblica Amministrazione datrice di lavoro.
Si tratta di una fattispecie molto ricorrente specialmente in alcune regioni d'Italia con un'economia basata sulle piccole aziende che si occupano di agricoltura e di allevamento, magari tramandate di padre in figlio.

Per approfondire:

12 Le norme speciali per il personale delle forze armate e di polizia previste dalle circolari del ministero della difesa e dal codice dell'ordinamento militare d.lgs. 66/2010.

Anche il codice dell'ordinamento militare legifera in materia di disciplina del secondo lavoro degli appartenenti alle Forze Armate. I criteri ed i paletti sono ovviamente più restrittivi rispetto agli altri pubblici dipendenti, in considerazione del fato che si tratta di lavoratori dipendenti non contrattualizzati, assunti in regime pubblicistico.

Per approfondire:

 

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